Dacriocistite

Si tratta di una condizione molto frequente, che interessa i neonati a partire dalla prima settimana di vita; può essere mono o bilaterale e si caratterizza per secrezione e lacrimazione persistente, edema ed iperemia palpebrale.

Segno caratteristico è la fuoriuscita di materiale mucopurulento dai puntini lacrimali, a seguito della compressione del sacco lacrimale.

 

E' causata dalla incompleta canalizzazione del dotto naso-lacrimale, spesso per la persistenza di una membrana (valvola di Hasner) che normalmente viene riassorbita negli ultimi mesi di gravidanza o poco dopo la nascita.

 

La dacriocistite che ne segue è spesso causata dall'Haemophilus e dallo Stafilococcus aureus o pneumoniae ed è trattata con preparati antibiotici locali a base di aminoglicosidici e chinolonici. E' ovvio che una simile terapia, sterilizzando la regione del sacco lacrimale, anche se è in grado di eliminare la secrezione, non è sufficiente per risolvere completamente il quadro clinico.

 

Infatti l'epifora persistente e la ricomparsa di secrezione a distanza di qualche tempo, sono indice dell'impervietà delle vie lacrimali.

 

Una complicanza rara ma temibile, è la fistolizzazione dell'accesso. Il rischio maggiore è che una volta manifestatesi questa complicanza, la guarigione è molto più difficile se non si ricorre alla escissione del tramite fistoloso.

 

Nella nostra esperienza clinica abbiamo notato come l'esecuzione di un particolare tipo di massaggio di Crigler, sia in grado di accelerare la guarigione in questi bambini: la tecnica tende ad aumentare la pressione idrostatica nel sacco lacrimale, nel tentativo di forzare l'ostacolo anatomico alla base dell'anomalia.

 

Se, nonostante il massaggio, la stenosi non si risolve entro i primi 9 mesi di vita, occorre sottoporre il bambino al sondaggio della via lacrimale. Tale metodica, da effettuarsi a quest'età in sedazione, prevede l'utilizzo di appositi sondini che, introdotti attraverso il puntini lacrimali, vengono sospinti nel dotto naso-lacrimale cosi da perforare la membrana ostruente.

 

La maggior parte delle ostruzioni normalmente si risolve dopo il primo sondaggio, altre possono richiedere esplorazioni ripetute.

 

Se non si stabilisce la pervietà dopo tre tentativi, sarà utile ricorrere alla canaliculointubazione, utilizzando dei sondini di silicone che verranno introdotti nella via lacrimale e lasciati in sede per qualche mese. La funzione di questi tubicini è quella di favorire il passaggio della lacrima, evitando la chiusura della via appena sondata.

Qualora si notasse un'atresia della via lacrimale, sarà indicando un intervento di dacriocistorinostomia che, bypassando la via lacrimale attraverso una stomia ossea, crea una comunicazione diretta tra la regione del sacco e la cavità nasale.

 

Una possibile complicazione della dacriocistite secondaria all'ostruzione congenita del dotto naso-lacrimale, è la cellulite periorbitaria dovuta alla diffusione dell'infezione ai tessuti molli circostanti il sacco lacrimale. La sintomatologia si caratterizza per intesa iperemia, edema della regione del sacco e delle palpebre, e febbricola. La terapia prevede l'uso di antibiotici ad ampio spettro per via generale e successivamente il sondaggio della via lacrimale.

Dottor Federico Iacono
Medico Oculista Oftalmologo Pediatrico

 

   

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